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L’Insonnia – conoscerla per dormire bene

Insonnia

Diversi sono i tipi di insonnia esistenti, ma sul piano clinico dobbiamo distinguere tre principali forme: difficoltà di addormentamento, difficoltà nel mantenimento del sonno e risveglio precoce. L’insonnia più frequente è quella secondaria a disturbi di ansia, che si manifesta come difficoltà nell’addormentamento; c’è poi l’insonnia psicofisiologica da condizionamento negativo: un evento, sia negativo – un trauma o un lutto – sia positivo – una bella notizia, una promozione sul lavoro – non permette alla persona di addormentarsi, dapprima per qualche giorno e successivamente in maniera cronica. La difficoltà nel mantenimento del sonno può essere causata da diversi disturbi: dolori di varia natura, reflusso grastroesofageo, patologie neurologiche come il morbo di Parkinson. I risvegli precoci, invece, sono causati principalmente da deflessione del tono dell’umore. Le sindromi depressive iniziano spesso così, con risvegli mattutini precoci che possono essere considerati il primo campanello d’allarme.
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Le Possibilità Terapeutiche

Per poter iniziare una terapia efficace è fondamentale ricevere una diagnosi corretta poichè le possibilità terapeutiche sono svariate. Gli ipnotici, sia benzodiazepinici sia non, funzionano molto bene nell’insonnia da condizionamento negativo. L’utilizzo di benzodiazepine a breve durata favoriscono velocemente il sonno; quelle a lunga durata, invece, sono utili nell’insonnia media o terminale. Tendenzialmente però sono preferibili gli ipnotici non benzodiazepinici, come zolpidem, zopiclone e zalepion, che provocano un sonno molto simile a quello fisiologico. Per quanto riguarda, invece, l’integrazione con melatonina, ha senso principalmente in due categorie di pazienti: negli anziani, nei quali si assiste a una naturale riduzione della produzione di melatonina endogena, e nei pazienti che presentano il ritmo sonno-veglia alterato. La melatonina provoca un globale rallentamento delle attività dell’organismo che induce un più facile scivolamento nel sonno; non svolge, però, una determinata azione ipnoinducente.
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Igiene del Sonno: dieci regole per dormire bene

Andare a dormire ogni sera e alzarsi ogni mattina alla stessa ora, anche durante il fine settimana e indipendentemente da quanto si è dormito la notte.
Se ci si sveglia prima che suoni la sveglia, alzarsi dal letto e iniziare la propria giornata.
Andare a letto quando si è assonnati.
Se non si riesce a dormire, è preferibile non rimanere a letto ma alzarsi, uscire dalla camera da letto e dedicarsi ad attività rilassanti, come la lettura di un libro, guardare la televisione o fare un bagno caldo.
Utilizzare il letto solo per dormire e non per mangiare, studiare, lavorare o altre attività.
Cercare di rilassarsi il più possibile prima di andare a letto, per esempio facendo un bagno caldo (ma non la doccia, che ha un effetto stimolante), oppure assumere bevande rilassanti come latte caldo, tisane o infusi.
Se si ha fame all’ora di coricarsi, mangiare qualcosa di leggero per non avere problemi di digestione.
Dormire in un letto comodo, in una camera protetta il più possibile da rumori, nè troppo fredda nè troppo calda.
Mangiare a orari regolari, evitando pasti abbondanti in prossimità del sonno.
Svolgere con regolarità un’attività fisica durante il giorno, soprattutto nel pomeriggio.