Celiachia

Impariamo a Conoscerla!

Cos’è la Celiachia?

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine. L’ingestione di questa sostanza nel soggetto celiaco provoca infatti una reazione immunitaria abnorme da parte dei linfociti presenti nei villi intestinali che ricoprono le pareti dell’intestino tenue, l’organo deputato all’assorbimento delle sostanze nutritive nel sangue.

Questa reazione rende l’intestino tenue sempre meno capace di assorbire le sostanze nutritive, causando alterazioni fisiologiche e malnutrizione che determina, nelle forme più gravi e tardivamente diagnosticate, gravi lesioni alle pareti dell’intestino tenue (atrofizzazione dei villi intestinali). Il deficit di assorbimento risulta ancora più grave durante l’infanzia, periodo della vita in cui più di ogni altro l’organismo necessita di sostanze nutritive per lo sviluppo e la crescita.

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Cos’è e dove si trova il glutine?

Il glutine è una sostanza proteica insolubile in acqua, presente nella maggior parte dei cereali: frumento, farro, orzo, segale, kamut, spelta, triticale, avena. La frazione proteica del glutine responsabile dell’effetto tossico per il celiaco è la prolamina, che ha un nome diverso a seconda del cereale che si prende in considerazione: gliadina (grano), secalina (segale), ordina (orzo), avenina (avena).

Il soggetto celiaco non deve superare la soglia di 10 mg di glutine al giorno, oltre questa soglia questa proteina sviluppa tutti i suoi effetti tossici sull’organismo intollerante.

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Forma Potenziale – i soggetti che presentano anticorpi positivi nel sangue e allo stesso tempo una biopsia intestinale con esito negativo, si inquadrano nella forma potenziale, nonostante non abbiano sintomi, devono seguire una dieta priva di glutine perché l’assunzione di questa sostanza proteica a lungo termine può causare un danneggiamento a livello intestinale.

Forma Atipica – difficile da riconoscere, i sintomi infatti si presentano tardi e generalmente a livello extra-intestinale.

Quali sono i sintomi della Celiachia?

La celiachia presenta una grande varietà di sintomi. La maggior parte delle persone affette hanno problemi generici come dolori addominali, perdita di peso, diarrea intermittente, difficoltà di crescita (nei bambini) e comunque problemi legati al malassorbimento delle sostanze nutritive. Talvolta i sintomi di questa intolleranza possono far pensare all’esistenza di altre malattie (morbo di Crohn, anemia, colon irritabile, ulcere gastriche, etc.). La celiachia inoltre si può manifestare anche in modi meno ovvi, includendo cambiamenti del comportamento come irritabilità, depressione, disturbi allo stomaco, dolori alle giunture, etc. I quadri clinici dei soggetti affetti da celiachia possono quindi essere anche molto diversi fra loro, tuttavia, in base alla sintomatologia sono state individuate quattro forme di celiachia:

Forma Tipica – si riconosce facilmente poiché si manifesta con la sintomatologia classica, generalmente dopo lo svezzamento: diarrea, vomito, anoressia, irritabilità, arresto della crescita, etc. ovvero con i sintomi tipici del malassorbimento.

Forma Silente – Questa forma di celiachia non manifesta sintomi veri e propri, si riconosce solo per la presenza nel sangue di anticorpi positivi significativi di una risposta intestinale al glutine, tipica dei soggetti celiaci. Nonostante manchino disturbi rilevanti, l’esclusione del glutine dalla dieta dei soggetti affetti dalla forma silente porta ad un notevole miglioramento del loro benessere generale.

Quali sono le cause della Celiachia?
Si tratta di una malattia ereditaria?

Le cause esatte dell’intolleranza al glutine sono sconosciute, tuttavia si può affermare che la celiachia si sviluppa a partire da un insieme complicato di fattori genetici ed ambientali. Si riscontra infatti una notevole ricorrenza familiare in questa malattia (nel 10% dei parenti prossimi di un soggetto celiaco si manifesta la stessa intolleranza al glutine), anche se, ad oggi, non si conoscono tutti i geni che sviluppano questa trasmissione ereditaria.

Lo sviluppo di questa malattia è scatenato dall’assunzione di glutine e può verificarsi anche in soggetti adulti, in seguito ad alcune forme di trauma (infezioni, maternità, forte stress, danni fisici, operazioni chirurgiche). Infine, anche se chiunque può essere affetto da celiachia, essa tende ad essere più comune in persone che presentano altri disturbi (tiroidite autoimmune, psoriasi, artrite, dermatite erpetiforme, etc.).

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Qual’è la cura per la Celiachia?

Ad oggi una dieta rigorosamente priva di glutine è l’unico trattamento capace di consentire al soggetto celiaco condizioni psico-fisiche ottimali e quindi di trasformare la propria malattia in una normale condizione di vita.

Esiste un’alternativa alla dieta senza glutine?

La ricerca sta facendo passi avanti nella messa a punto di terapie che ottimizzino l’esclusione del glutine dalla dieta dei soggetti celiaci. In particolare è in fase di studio un farmaco (larazotide), la cosiddetta pillola-Fasano, che inibirebbe la permeabilità dell’epitelio intestinale e quindi se assunta in prossimità dell’ingestione del glutine potrebbe prevenirne l’assorbimento ed i conseguenti effetti tossici. Questa pillola potrebbe essere utilizzabile nel giro di qualche anno, tuttavia non andrebbe a sostituire, bensì ad integrare la terapia dietetica priva di glutine, ottimizzando il trattamento del morbo celiaco.

Come deve essere impostata la dieta senza glutine?

Il regime dietetico del celiaco comporta la totale e costante esclusione del glutine dalla propria dieta e quindi non solo l’esclusione di alimenti realizzati con ingredienti contenenti tale sostanza proteica, ma anche di quelli che potrebbero esserne contaminati, anche in minima parte, durante i processi di lavorazione o di trasporto. Come impostazione generale si tengano presenti queste tre regole:

1: dovranno essere banditi
– tutti i cereali contenenti glutine e loro derivati (pane, pasta, panificati, dolci, cereali, etc.);
– tutti gli alimenti realizzati con l’aggiunta dei suddetti ingredienti (carne e pesci impanati, verdure impanate, etc.);

2 dovranno essere attentamente controllati sia gli ingredienti, sia i processi di lavorazione di
– tutti gli alimenti, anche naturalmente privi di glutine, che sono a rischio contaminazione (prodotti industriali realizzati in ambienti “promiscui”);

3 potranno essere inseriti nella dieta
– cereali, e prodotti derivati, naturalmente privi di glutine (chicchi, farine e prodotti realizzati con: riso, mais, grano saraceno, amaranto, quinoa, miglio, manioca, sorgo, teff)
– alimenti naturalmente privi di glutine e non a rischio di contaminazione (carne, pesce, uova, verdure, funghi, legumi, la maggior parte dei prodotti caseari, frutta, caffè, vino, olio etc.)
– prodotti dietoterapeutici indicati per le diete prive di glutine, autorizzati dal Ministero della Salute e quindi inclusi nel Registro Nazionale degli Alimenti per celiaci.

Per facilitare la scelta degli alimenti da inserire nella propria dieta senza glutine, l’Associazione Italiana Celiachia ogni anno pubblica un Prontuario aggiornato che si pone come guida pratica agli alimenti a minor rischio per i celiaci.

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La dieta senza glutine consente di nutrirsi in maniera equilibrata?

Si, è possibile nutrirsi in maniera sana ed equilibrata anche escludendo gli alimenti contenenti glutine, perché gli stessi principi nutritivi contenuti nei cereali tossici per i celiaci possono essere ritrovati in altri alimenti, che sono meno conosciuti ma contengono proprietà equivalenti a quelle degli alimenti proibiti. Anzi questa stessa intolleranza potrebbe essere trasformata in uno stimolo all’adozione di una dieta sana ed equilibrata, la celiachia infatti comporta un impegno di educazione alimentare notevole e questo se in un primo momento si concretizza come uno sforzo, una volta acquisite le giuste abitudini, consente al soggetto celiaco di adottare un regime alimentare benefico più facilmente rispetto alle persone che non devono convivere tutti i giorni con un’intolleranza così importante.

I malesseri e le lesioni dovute all’ingestione di glutine sono reversibili?

La totale e continua esclusione di cibi contenenti o anche contaminati con glutine permette all’organismo di tornare gradualmente alla normalità: scompaiono le manifestazioni cliniche della malattia, si rimarginano le lesioni della mucosa intestinale, scompaiono le conseguenze legate al malassorbimento delle sostanze nutritive. Naturalmente prima si comincia la dieta senza glutine, prima e più semplicemente si guarisce, escludendo, in modo direttamente proporzionale alla precocità dell’introduzione della dieta senza glutine, il rischio di complicanze. La dieta senza glutine non esclude completamente questo rischio (soprattutto se la terapia viene realizzata molto avanti nel tempo) né la presenza di possibili malattie autoimmuni associate alla celiachia.

Quali sono le conseguenze di una Celiachia non curata?

La continua esposizione al glutine provoca nel soggetto celiaco un’infiammazione cronica e la progressiva scomparsa dei villi intestinali, le minuscole sporgenze digitiformi che assorbono vitamine, minerali ed altri nutrimenti e che hanno la funzione di aumentare la superficie di assorbimento dell’organismo. Questo danneggiamento dell’intestino tenue, tanto più grave quanto più alta è l’esposizione al glutine, provoca un’inefficace assorbimento delle sostanze nutritive, priva l’organismo di sostanze essenziali, causando deficienze vitaminiche e di altri nutrimentiche possono portare ad altre malattie, anche importanti e talvolta irreversibili, soprattutto in presenza di diagnosi tardiva, come ad esempio problemi di crescita, intolleranza al lattosio, calcoli renali, osteoporosi, osteomalacia, anemia, linfoma intestinale, etc.

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Come viene diagnosticata la Celiachia?

La celiachia viene diagnosticata attraverso tre tipi di analisi:

  • analisi del sangue: vengono effettuati dosaggi sierologici capaci di attestare la presenza degli anticorpi tipici della celiachia: antigliadina (AGA), antiendomisio (EMA), antitransglutaminasi;
  • biopsia e conseguente esame istologico dell’intestino tenue: viene prelevata una piccola parte di intestino tenue per valutare la presenza e la gravità delle lesioni della parete intestinale. Quest’ultimo è l’esame che consente di accedere alle agevolazioni previste per i soggetti celiaci da parte del Servizio Sanitario Nazionale.
  • test genetico di determinazione, mediante prelievo di sangue, degli aplotipi di predisposizione per la celiachia (HLA-DQ2e DQ8) utilizzando un kit apposito: si tratta di geni, appartenenti appunto al sistema HLA, la cui presenza indica soltanto che quel soggetto è predisposto allo sviluppo della celiachia, la cui diagnosi deve essere ovviamente posta anche valutando il quadro clinico, gli altri dati di laboratorio e l’esame istologico del frammento di mucosa intestinale. Il test genetico è importante in senso negativo, ovvero il mancato riscontro degli aplotipi HLA-DQ2 e/o DQ8 rende assai poco probabile (almeno in una percentuale pressoché corrispondente al 95 %) che quell’individuo svilupperà una celiachia.
Quando è consigliabile fare le analisi per verificare l’intolleranza al glutine?

Nei casi in cui si verifichino sintomi cronici legati al malassorbimento delle sostanze nutritive, in presenza di altre malattie autoimmuni o qualora si soffra di malesseri senza una causa definita, anche estranei all’apparato gastro-intestinale, è consigliabile procedere alle analisi in grado di escludere l’intolleranza al glutine. Inoltre data la predisposizione genetica che caratterizza questa patologia, se si ha un celiaco in famiglia, conviene effettuare un controllo volto ad appurare l’esistenza o meno di questa intolleranza.

Si può scoprire di essere celiaci in età adulta?

Nonostante sia stata spesso considerata una patologia tipica dell’età pediatrica la celiachia può svilupparsi a qualsiasi età, soprattutto in seguito ad alcune forme di trauma (infezioni, maternità, forte stress, danni fisici, operazioni chirurgiche).

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L’intolleranza al lattosio è legata alla Celiachia?

Il danneggiamento dei villi intestinali causato dall’ingestione di glutine nel soggetto celiaco provoca un conseguente malfunzionamento dell’intestino tenue, quindi è probabile che l’incapacità di digerire il lattosio (così come altri alimenti) sia collegata direttamente alle lesioni intestinali provocate dal glutine. Infatti in seguito all’introduzione della dieta aglutinata le lesioni intestinali guariscono gradualmente e l’intestino tenue riesce nuovamente a digerire i prodotti caseari. Talvolta però l’intolleranza al lattosio permane nonostante la guarigione delle lesioni della mucosa intestinale, in questi casi è bene continuare ad evitare i prodotti che contengono un alto contenuto di lattosio.

Se qualche volta mangio alimenti vietati cosa succede?

È molto importante non introdurre glutine nella propria dieta, né volontariamente, né accidentalmente, perché anche piccole quantità di questa sostanza proteica possono sviluppare nuovamente la malattia ed aumentare il rischio di complicanze connesse alla celiachia.

Come cambia la mia vita dopo che scopro di essere intollerante al glutine?

Con la diagnosi la malattia celiaca si trasforma finalmente in una condizione di vita, caratterizzata sì da un rigoroso regime dietetico, ma allo stesso tempo perfettamente sana e normale. Non è certo facile adeguarsi improvvisamente ad una dieta che esclude buona parte dei prodotti disponibili sul mercato, nonché tutta una serie di alimenti che hanno acquistato nel corso dei secoli un alto valore nella cultura e nella tradizione mediterranea come il pane, la pasta, la pizza. Altre problematiche sono legate alla diversità percepita e talvolta sofferta nei bambini e soprattutto negli adolescenti celiaci, ma anche alle difficoltà pratiche che si incontrano quando si vuole, o si è costretti, a mangiare fuori casa, in viaggio o semplicemente in un ristorante o in un bar della propria città.

D’altra parte negli ultimi anni, grazie ad analisi sempre più accurate ed attendibili, la celiachia è divenuta una condizione sempre più diffusa e comune, in tutte le fasce d’età; allo stesso tempo, sono stati fatti notevoli progressi per rendere la vita dei celiaci e dei loro cari sempre più semplice e meno problematica, in qualsiasi situazione. Ad esempio, l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) ha raggiunto molti risultati, dal sostegno economico del Servizio Sanitario Nazionale per l’acquisto dei prodotti dietoterapeutici alla sensibilizzazione sulla celiachia, dalla predisposizione di strumenti informativi aggiornati e corretti alla creazione di una rete di ristoranti e strutture ricettive informate e capaci di fornire servizi senza glutine di qualità.

Anche l’industria dietoterapeutica ha aumentato notevolmente la propria offerta per rendere sempre più varia e gustosa la dieta celiaca. Da diversi anni Nutrifree lavora con impegno per contribuire a questa tendenza, offrendo un assortimento di prodotti senza glutine di alta qualità, autorizzato dal Ministero della Salute e contrassegnato con Spiga Sbarrata AIC. Un assortimento sempre più vario e completo, capace di unire originalità, praticità e qualità e caratterizzato da prodotti genuini e sempre più rispondenti alle esigenze di chi li consuma, grazie a continui processi di ricerca e sviluppo e all’ascolto costante del mercato.

Posso continuare a mangiare il pane e la pasta?

Dipende con quali ingredienti e attraverso quali processi sono fatti! Oggi, molto più che in passato, è possibile trovare in commercio farine, ma anche pane, pasta e panificati già pronti, buoni e di qualità, come i prodotti Nutrifree, realizzati con ingredienti naturalmente privi di glutine, che consentono di poter continuare a godere di alimenti simbolicamente così importanti nella dieta tradizionale mediterranea.

Quali sono le agevolazioni previste dal Servizio Sanitario Nazionale?

Il Servizio Sanitario Nazionale eroga gratuitamente i prodotti dietetici senza glutine sino al raggiungimento di un tetto di spesa mensile, differenziato a seconda del sesso e della fascia d’età del soggetto celiaco, previsto dal decreto del 4 maggio 2006 e declinato in modo specifico dalle diverse Regioni e dalle diverse Aziende Sanitarie Locali. Quindi una volta diagnosticato dal medico specialista ogni celiaco ha diritto ad usufruire della quota prevista ritirando i prodotti senza glutine nelle farmacie, nella grande distribuzione e nei negozi specializzati. Tutti gli alimenti senza glutine acquistabili usufruendo dell’agevolazione del SSN sono elencati nel Registro Nazionale degli Alimenti stilato dal Ministero della Salute.

Un celiaco può mangiare fuori casa?

Negli ultimi anni sono stati fatti molti progressi per permettere ai celiaci di convivere sempre più facilmente con la propria dieta senza glutine, anche fuori casa. Innanzitutto la legge n. 123 del 2005 sancisce il diritto ad avere un pasto senza glutine in tutte le mense pubbliche, scolastiche ed ospedaliere. Inoltre ultimamente si assiste sempre di più all’estensione di questo diritto anche alle mense aziendali ed universitarie. In secondo luogo l’Associazione Italiana Celiachia ha dato e continua a dare un grosso contributo in questo senso non solo con le attività di sensibilizzazione, che rendono sempre più conosciuta questa intolleranza, ma anche con il progetto “Alimentazione Fuori Casa”, volto a creare una rete sempre più ampia di esercizi in grado di fornire servizi di ristorazione senza glutine: dai ristoranti ai bar, dalle gelaterie ai Bed&Breakfast, sino alla possibilità di viaggiare senza glutine (barca a vela, crociere, aerei, alberghi, etc.). Infine le possibilità di mangiare fuori casa aumentano grazie alla presenza sul mercato di prodotti senza glutine da portare sempre con sé e pronti da mangiare, come gli snack, dolci e salati, Nutrifree.

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